sabato 27 aprile 2019

Solo la luna ci ha visti passare - Incontro con le autrici

Ciao ragazzi!
La locandina della Fiera!

Rieccomi con una nuova storia da raccontarvi! Si tratta di una storia speciale, che ho avuto il piacere di leggere qualche anno fa e che ho avuto l'onore di riascoltare ieri, 26 aprile 2019, nell'ambito della Fiera dei Librai di Bergamo, nella quale ho incontrato la protagonista di questa grande storia.

La vicenda che sto per raccontarvi è la storia di una ragazza siriana, Maxima, che a soli 14 anni è partita dalla Siria, il suo Paese, in cerca di sicurezza e libertà. Ma la sua vicenda è particolare: infatti i suoi genitori erano emigrati in Olanda, e lei è nata lì! È dunque cittadina europea. 

Quando aveva due anni la sua famiglia ha deciso di tornare al Paese nativo, la Siria appunto. Maxima ha passato la sua infanzia nella periferia nord di Aleppo, finché 8 anni fa è iniziata la guerra che purtroppo oggi è ancora in corso, e lei ha deciso, spinta dai genitori, di andarsene verso l'Europa, in quell'Olanda dove ha visto la luce per la prima volta.

Un momento dell'incontro. Maxima parlava ovviamente
in inglese, qui era a colloquio con la traduttrice.
Ha lasciato tutto: la scuola, i luoghi dell'infanzia, il suo Paese, ma soprattutto la sua famiglia e i suoi amici d'infanzia. È stata questa, raccontava ieri nel suo perfetto inglese, la parte più difficile: lasciare la sua famiglia e i suoi amici. 

Mi soffermo un momento sul giorno in cui è partita. Lei l'ha descritto così: "It was a shock of course!" e ha raccontato quel momento in cui, mentre sopra la sua casa volavano bassi gli aerei, la madre le ha dato in necessario, le ha spiegato cosa fare, l'ha abbracciata e l'ha lasciata andare. 

Il viaggio è durato 6 mesi, lungo la rotta balcanica, che passa dalla Turchia, attraversa il Mar Egeo, arriva in Grecia, e poi su verso il nord Europa, attraversando confini sempre più difficili da passare, come quelli di Macedonia, Serbia, Ungheria. Qui c'è il gran paradosso della nostra Europa: l'Europa delle libertà, dell'accoglienza, ma anche del patto con la Turchia, a dir poco "vergognoso". Per compiere questo viaggio Maxima ha dovuto nascondersi sotto dei tir, attraversare il mare su un gommone da venti persone che ne conteneva più del doppio, insomma ha rischiato. Dove ha trovato la forza? E poi, perché rischiare la vita? 

Maxima ha parlato molto della drammatica situazione
dei migranti oggi. Sullo sfondo le foto dal campo
profughi di Samos, in Grecia.
Ha avuto momenti durissimi, oltre alla fatica spesso si aggiungeva l'odio di chi la vedeva arrivare. Emblematico un avvenimento a Belgrado, nel parco in cui dormiva, quando ha visto un bambino serbo che ha lanciato la palla vicino a lei. Lei gli ha sorriso, "because I love kids!", gli ha raccolto la palla e l'ha consegnata, mentre la madre del bambino con un gesto veloce ha allontanato il figlio, come fosse vicino a un pericolo. In questi momenti si sentiva tristissima, non riusciva ad andare avanti, si sentiva "trattata come un insetto". Mentre raccontava, ha citato la domanda che mi è rimasta impressa in maniera indelebile: "Perché uno deve odiare qualcuno che è più in difficoltà, che ha bisogno d'aiuto?"

Nonostante tutto questo ce l'ha fatta. Ha superato quei muri innalzati da un'Europa chiusa su se stessa. L'ha fatto pensando alla sua famiglia, ascoltando la canzone di Miley Cyrus Climb, che ieri tra l'altro ha canticchiato per ricordarsi le parole: 
'Cause There's always gonna be another mountain 
I'm always gonna wanna make it move 
Maxima ha mostrato la foto all'areoporto di Amsterdam,
dove ha riabbracciato per la prima volta dopo
due anni i genitori e i fratelli.
Ossia "ci sarà sempre un'altra montagna che cercherò sempre di muovere". Andate ad ascoltare la canzone e provate a mettervi nei sentimenti di Maxima. 

È stato davvero commovente quando ha detto che lei ora sta finendo gli studi in Olanda, che ha in programma di tornare in Siria tra qualche anno, ma che quando avrà un diploma vuole fondare un'organizzazione per aiutare i rifugiati che come lei anni fa, oggi sono in pericolo. Spettacolare. 

Ha concluso l'intervento con un invito, che magari un giorno farà anche ai "grandi" dell'Europa: 
"You should open up, you should learn to love each other. 
(rivolta ai presenti)
And remember that NOTHING IS IMPOSSIBLE!"

Il libro "Solo la luna ci ha
visti passare" edito da Mondadori
Un incontro bellissimo, in cui ho riscoperto un libro, Solo la luna ci ha visti passare, che ho letto qualche anno fa e che sicuramente mi ha segnato. Adesso ancora di più.

P.s. La storia di Maxima è stata raccontata insieme a lei da Francesca Ghirlandelli, giornalista, che ha raccolto la sua storia nel libro Solo la luna ci ha visti passare.

Il titolo, dettaglio interessante, si riferisce alla traversata sul mare, pezzo più pericoloso del viaggio, nella quale Maxima si trovò al centro del gommone, sotto altri "passeggeri", con pochissima aria. Da un buco del telo che la copriva è riuscita a scorgere la luna, che quella notte splendeva e l'ha vista passare. 

Davvero un libro consigliatissimo!!! Lo potete acquistare cliccando qui!

giovedì 25 aprile 2019

Libri per il 25 aprile

Come ho detto nel post precedente il 25 aprile è una data fondamentale per noi italiani. Ma non possiamo fermarci a questo, a noi piace approfondire! 
Ecco allora una lista di libri più o meno conosciuti che non dovete farvi mancare!

Il sentiero dei nidi di ragno, Italo Calvino

Chissà quante volte l'avrete sentito nominare, visto in libreria o assegnato dai professori come lettura per le vacanze, ma alla fine non l'avete letto... bene, è giunta l'ora!
Il sentiero dei nidi di ragno è il primo romanzo di Calvino, scritto appena dopo la fine della Guerra, nel 1947. 
Calvino ci porta con sé nella Liguria degli anni della Guerra, dello scontro fascisti - partigiani. Al centro abbiamo la storia di Pin, un bambino con un padre lontano e senza madre; preso in giro a causa della sorella, che si prostituiva con i tedeschi, decide di rubare a un tedesco un'arma che nasconde in campagna, dove i ragni fanno il nido. Dopo essere stato scoperto e punito, conoscerà in carcere il partigiano Lupo Rosso, che lo porterà sulle montagne con la Resistenza. 
Un libro da leggere tutto d'un fiato. Vi lascio una citazione, forse la più famosa:
«Forse non farò cose importanti, ma la storia è fatta di piccoli gesti anonimi, forse domani morirò, magari prima di quel tedesco, ma tutte le cose che farò prima di morire e la mia morte stessa saranno pezzetti di storia, e tutti i pensieri che sto facendo adesso influiscono sulla mia storia di domani, sulla storia di domani del genere umano.» 
Trovate qui il libro in offerta!

25 aprile 1945, Carlo Greppi

Pubblicato nel 2018, questo libro racconta la storia di tre persone, molto diverse tra loro, che si incontrano per caso e che hanno un obiettivo comune: lottare per la liberazione del Paese, per avere un destino di democrazia e pace. Sono R. Cadorna, F. Parri e L. Longo, un militare, un azionista e un comunista, in fondo tre uomini normali, semplici, spinti però da grandi ideali. Sfideranno la RSI e saranno protagonisti di quel 25 aprile 1945 che oggi celebriamo grazie a loro. Per avere una prospettiva interna alla Resistenza, 25 Aprile 1945 di Carlo Greppi! Lo trovate a questo link!

Storia dell'Italia partigiana, Giorgio Bocca

Pubblicato nel '66, Storia dell'Italia partigiana racconta la storia della Resistenza. Giorgio Bocca, lui stesso partigiano, con l'aiuto di ricordi, aneddoti e eventi ricostruisce i mesi più duri del nostro Paese, da quell'8 settembre '43 al tanto atteso 25 aprile '45. Si tratta di un libro molto interessante perché spiega la divisione degli stessi partigiani nelle varie correnti ideologiche, per esempio quella comunista o quella cattolica: ideologie diverse insieme per lo stesso fine!
Si tratta forse del libro più completo sulla storia della Resistenza, che raccoglie i grandi avvenimenti insieme alle piccole storie personali. Consigliato! Lo trovate qui!

Concludo questo post con una poesia di Gianni Rodari, intitolata "La madre del partigiano". Buon 25 aprile!
Sulla neve bianca bianca
c’è una macchia color vermiglio;
è il sangue, il sangue di mio figlio,
morto per la libertà.
Quando il sole la neve scioglie
un fiore rosso vedi spuntare:
o tu che passi, non lo strappare,
è il fiore della libertà.
Quando scesero i partigiani
a liberare le nostre case,
sui monti azzurri mio figlio rimase
a far la guardia alla libertà.


25 Aprile: perché celebrare?


Come ogni anno ci apprestiamo a vivere il 25 aprile come giorno di festa. Ma cosa successe di così importante il 25 aprile del 1945 da dover festeggiare anche oggi, a distanza ormai di oltre settant'anni?

Per prima cosa ricordiamo la Liberazione dal nazifascismo, con la fine della Repubblica di Salò (RSI). A voler essere precisi la data è simbolica, in quanto ricorda la proclamata insurrezione generale nei territori ancora occupati (soprattutto Genova, Milano e Torino): "Arrendersi o perire!" fu la parola d'ordine dei partigiani in quei giorni. Il 2 maggio la Penisola era completamente liberata, Mussolini giustiziato e la guerra finita.

Il 25 aprile dunque videro la fine il periodo fascista, durato più di vent'anni, e la Seconda Guerra Mondiale, che da ormai cinque anni tormentava la popolazione, stremata ancora di più a causa dell'occupazione tedesca dopo l'8 settembre del '43.

Oggi, 25 aprile, festeggeremo tutto questo: dalla fine dell'occupazione l'Italia tornò a essere un Paese libero, e se oggi noi possiamo dire la nostra opinione, opporci a chi governa, frequentare liberamente delle associazioni o leggere ciò che ci pare, in gran parte lo dobbiamo a coloro che, con il loro sangue, permisero all'Italia di tornare libera.

Dietro la Grande Storia della Liberazione si nascondono moltissime persone comuni, semplici cittadini che ebbero il coraggio di ribellarsi, spesso a costo della vita, in nome di valori più grandi. Ne cito alcuni, consigliando la lettura di qualche biografia che ci aiuta a capire meglio il clima, le ostilità e la ribellione in quel periodo.

Il primo è un prete, don Raimondo Viale, partigiano che "operò" sopra Cuneo che Nuto Revelli ha soprannominato nel suo libro "Il prete giusto". Un chiaro esempio di come la popolazione si trovò oppressa e tuttavia riuscì a resistere, senza per forza dover uccidere. Potete acquistare questo libro qui!

Un altro grande personaggio, più famoso ma comunque molto umile, tanto da parlare pochssimo delle sue imprese di Resistenza, fu Gino Bartali, il grande ciclista che nel pieno della sua carriera dovette smettere di correre a causa della guerra. Non smise mai però di essere uomo, aiutando centinaia di ebrei ad avere dei documenti falsi per espatriare e fuggire così dalla deportazione. La sua vicenda è narrata in diverse autobiografie; vi propongo però un libro più recente, di Alberto Toscano, dal titolo "Gino Bartali - una bici contro il fascismo" che analizza in modo dettagliato la vita del ciclista prima, durante e dopo l'Occupazione. Mi sorprese molto sapere che Gino non parlò quasi mai del bene che fece, nemmeno ai familiari. Diceva infatti: "Il bene va fatto, ma non bisogna dirlo". Trovate questo libro a questo link!

Se ancora non siete soddisfatti (spero che la vostra sete di conoscenza non si esaurisca così brevemente!) vi propongo un libro che riporta tante storie di persone comuni che appunto diedero anche il sangue per la libertà dell'Italia, e quindi nostra. Solo questo mi sembra già un motivo di gratitudine per leggere "Possa il mio sangue servire" di Aldo Cazzullo. 
Davvero potrete trovare storie molto diverse ma tutte con un unico fine: servire alla Liberazione. Potete trovare questo libro a un prezzo scontatissimo cliccando qui!

Ecco allora perché oggi, 25 aprile 2019, siamo tutti noi chiamati a fare memoria, a celebrare, addirittura a festeggiare non noi stessi, ma tutti coloro che, in nome della fede, della libertà o della giustizia, si opposero con forza, con la vita, ai regimi nazifascisti. Anche oggi, sul loro esempio, siamo chiamati a sorvegliare affinché le condizioni che hanno portato a quegli orrori non si ripropongano. 

Con gratitudine, buona festa di Liberazione!

mercoledì 24 aprile 2019

Ausmerzen - Vite indegne di essere vissute



“Ricordare è oggi un gesto di educazione, una sfida personale alla dittatura del presente che ci fa tutti informati e distratti, condannati a oblio repentino”


È da tempo che voglio parlarvi di questo libro, eppure sento di non riuscire a trovare le parole giuste. Mi faccio aiutare da quel piccolo opuscolo a lato: eugenetica. Si, perché AUSMERZEN, di Marco Paolini, parla soprattutto di eugenetica, ma non solo. Eugenetica è la faccia bella, quella alla luce del sole, mentre Aus-merzen - sopprimere i deboli - rimane all’ombra, proprio come nella foto. Per capire di cosa stiamo parlando dobbiamo tornare negli anni del nazismo, del “mito della razza”. Parliamo di uno sterminio, soprannominato Aktion T4, che è iniziato prima dei campi di concentramento e che è finito dopo quel 25 aprile che domani festeggeremo. Uno sterminio, silenzioso ma conosciuto, approvato nel silenzio di un popolo, che ha soppresso 300 mila persone, perché ritenute “vite indegne di essere vissute”, mangiatori inutili, in tedesco “Nutzlose Fresser”. Marco Paolini con un monologo televisivo (che vi stra invito a guardare, lo trovate qui) e con questo libro svela e rivela ciò che è successo negli anni del nazismo in Germania a persone che erano diventate un peso inutile, un costo di troppo, per una nazione che voleva essere “pura”. Attenzione, che la storia non si ripeta!

Il libro di Marco Paolini è disponibile a questo link!

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