martedì 21 maggio 2019

NON DIRMI CHE HAI PAURA - LA STORIA DI SAMIA

Samia all'Olimpiade a Pechino
Bentornati lettori!
Come vi anticipavo ieri nelle storie di Instagram oggi vi parlo di un libro che semplicemente è stato l’inizio di tutta la mia passione per la lettura. Mi spiego.
Forse non tutti voi che leggete questo blog mi conoscete bene, e questo libro è per me un’occasione per provare anche a dirvi chi sono.
Tutto, ma proprio tutto, è iniziato in terza media: avevo 14 anni e come la maggior parte dei ragazzi a quell’età (purtroppo!) non leggevo molto, se non i libri assegnati a scuola per compito che a volte non finivo neanche, perché non sapevo apprezzarli… ora invece li divoro, ma questa è un’altra storia.

Durante l’anno scolastico ci stavamo preparando al temutissimo esame, i professori continuavano a darci spunti per la famosa “tesina” (ora abolita anche al liceo, per me un peccato!) e spesso capitava che le lezioni si trasformassero in approfondimento su diverse tematiche interessanti.
Risultati immagini per non dirmi che hai paura
La copertina del libro
(https://amzn.to/2LZXf34)
Un giorno la professoressa di lettere ci ha portato un articolo di giornale su cui si parlava di un libro che narrava la storia di una ragazzina poco più grande di me che, fuggita dal suo Paese per coltivare il suo grande sogno, era tragicamente morta a pochi metri dalla costa di Lampedusa.

Questa ragazza si chiamava Samia Yusuf Omar, e il libro in questione è Non dirmi che hai paura, di Giuseppe Catozzella. 


La storia di Samia mi ha subito affascinato, mi sentivo vicino a lei almeno per l'età, e ammiravo molto la sua determinazione nell'inseguire il suo sogno. Devo confessare però che non lessi subito il libro. Addirittura lo portai all'esame di terza media, con una tesina sull'immigrazione, senza mai averlo letto. Peccato di gioventù.

L'anno successivo, in gita a Bologna in un attimo di tempo libero entrai in libreria e lo vidi lì. Quasi come souvenir della città lo presi e iniziai a leggerlo mentre ci dirigevamo con il pullman a Ravenna. Da allora porto sempre nel cuore la storia di Samia, anche come emblema di troppe simili.


L'incontro con Giuseppe Catozzella
(io sono quello con la  maglia rossa)
Ho avuto anche l'occasione di incontrare di persona e di fare due parole Giuseppe Catozzella, in seguito al suo secondo romanzo Il grande futuro (https://amzn.to/2EnWJpn). 
L'ho incontrato ancora dopo il terzo romanzo E tu splendi (https://amzn.to/2WcipyV). Ve li consiglio tutti, Giuseppe è davvero bravo ad arrivare nel cuore di chi legge. 



Ma veniamo alla storia di Samia
Era una giovanissima atleta olimpica che aveva partecipato alle Olimpiadi di Pechino del 2008, e aspirava a gareggiare a Londra 2012. Purtroppo però in Somalia, suo Paese d'origine, la guerra non permetteva un lusso del genere: persino allenarsi era pericoloso, si rischiava di essere visti dai miliziani. 

Risultati immagini per viaggio samia yusuf omar
Ecco i motivi del suo viaggio: poter correre, allenarsi tanto e riuscire ad arrivare a Londra preparata, come una vera atleta. Un sogno simile a quello di tantissimi ragazzi nel mondo. Ma per lei le cose sono state fin da subito molto difficili: dover partire dal proprio Paese, per di più a quell'età, senza avere la certezza di farcela, anzi con molti dubbi ma con una grande volontà, questa era la sfida di Samia. 

Inizia così il suo viaggio, pagando  spietati trafficanti di esseri umani che la porteranno dalla Somalia alla Libia, passando per l'Etiopia e il Sudan: un viaggio nel deserto, sfiancante, che ti mette a dura prova. 
Samia ce la fa, e arriva in Libia. Qui deve aspettare per salpare e completare così quel maledetto viaggio. La aspetta il mare, la parte più difficile, l'ultimo pezzo. 

In confronto ai chilometri percorsi, lo vedete dalla cartina, il tratto di mare non è niente. Qualche giorno sul mare è più pericoloso di mesi nel deserto. 

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Il viaggio di Samia
Samia parte, con altri disperati, se così possiamo chiamarli. Il mare però non è buono, si deve tornare indietro. Con il mare è così, decide lui quando farti passare. Dopo qualche giorno si ritenta, e sembra sia la volta buona. I naufraghi arrivano vicino a Lampedusa. Vicino ma non abbastanza, perché il barcone si rovescia. 

Samia se ne va così, mentre cerca di raggiungere le funi lanciate da un'imbarcazione di soccorso, mentre cerca di tornare a galla e tenere vivo quel sogno che la abita e che vuole realizzare, di andare a Londra, correre i 200 metri e vincere. Davanti a tutto lo stadio. 

Se ne va, permettetemi di dirlo, ingiustamente. 
  
Il racconto in prima persona di Giuseppe Catozzella non solo rende omaggio alla piccola Samia, ma permette che la sua storia sia conosciuta in tutto il mondo, grazie alle numerosissime traduzioni. 
Dal suo libro è in corso anche la produzione di un film. 

Vi saluto chiedendovi di guardare questo video, dove possiamo vedere Samia correre a Pechino. Arriva ultima, dietro le altre atlete muscolose e con le scarpette chiodate. Lei non ha neanche quelle, ma ha una fascia della Nike, regalata da suo padre. Arriva ultima per colpa della guerra, in una Somalia che è andata in crisi anche per colpa nostra (ex colonia italiana). Ha avuto sicuramente meno di quanto si meritava, eppure ha combattuto fino alla fine

Ricordatevi di Samia, del suo sogno di correre.  





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