lunedì 28 ottobre 2019

SONO UN RAGAZZO FORTUNATO... CON MATTARELLA!

Cari lettori,
Il presidente Mattarella stringe la mano ai giovani in prima fila.
In secondo piano potete vedermi mentre cerco di paparazzare
il presidente (con scarsi risultati). 
se c'è qualcosa che sto apprezzando sempre di più nella mia vita sono i numerosissimi incontri che ho la possibilità di avere. Alcuni di questi sono stati davvero speciali, con personalità illustri, come papa Francesco, Gad LernerGiuseppe Catozzella, Francesco Lorenzi… (se non li conoscete dovete assolutamente rimediare!!!). A questi nomi "importanti" si aggiungono le tantissime persone con cui ogni giorno condivido relazioni, pensieri, riflessioni.

Non siamo mai abbastanza grati alla vita per tutte le bellissime possibilità che ci dona! Io personalmente non posso non ringraziare per un'incontro a cui ho partecipato settimana scorsa, con nientemeno che il presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella!

So che lo state pensando, sono proprio un ragazzo fortunato, come canta il grande Jova! Eh si, lo ammetto! 

Mattarella a Bergamo

Veniamo al sodo. Per prima cosa devo dirvi che incontrare personalmente il Presidente Mattarella è stato davvero emozionante! Tralasciando la solita frase "Non capita tutti i giorni!", ho provato molta gioia non solamente per il fatto di incontrare il PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, ossia il rappresentante più alto dello Stato Italiano... ero entusiasta perché avrei incontrato quel grandissimo uomo che è Sergio Mattarella.

Il presidente alle prese con un robot durante la visita
al "Kilometro Rosso" a Bergamo.


Sergio Mattarella e il fratello Piersanti

Il fratello del presidente, Piersanti Mattarella,
ucciso dalla mafia nel 1980.
Prima di essere capo dello Stato, Mattarella è davvero una persona eccezionale, basta leggere la sua carriera o la sua biografia. Ciò che mi avvicina di più a lui è la storia del fratello, Piersanti Mattarella, barbaramente ucciso da Cosa Nostra nel lontano 6 gennaio 1980. Presidente della Regione Sicilia, non fu gradito ai boss mafiosi per il suo impegno contro l'illegalità. Fu trucidato con la moglie, i due figli e la suocera mentre si recava in duomo per prendere parte alla S. Messa nel giorno dell'epifania. 

Chiusa parentesi, magari tratterò la vicenda di Piersanti in un altro articolo. Almeno adesso conoscete un motivo in più per stimare il capo dello Stato che, bisogna dirlo, spesso è oggetto di derisione da parte dell'opinione pubblica, di alcuni politici e dei giornali. 

"Ho stretto la mano al Presidente"

Arriviamo all'incontro vero e proprio.
Contesto? La rassegna culturale "Molte fedi sotto lo stesso cielo", grande occasione per ricevere a Bergamo personalità illustri (qui l'incontro con Gad Lerner: https://mbooksshow.blogspot.com/2019/10/i-poveri-li-avete-sempre-con-voi.html) e la manifestazione annuale "Bergamo scienza", che si occupa di diffondere passione per la scienza a tantissime persone di tutte le età. 

Grazie a queste due organizzazioni abbiamo accolto il presidente Mattarella nell'auditorium del Seminario di Bergamo giovedi 24 ottobre 2019. L'incontro è entrato subito nel vivo dopo che il presidente ha raggiunto l'auditorium accompagnato dalle note dell'Inno di Mameli. 

Il presidente saluta i ragazzi delle medie
del seminario Giovanni XXIII.
Particolare interessante: arrivato in seminario, avendo visto i seminaristi delle medie che lo attendevano con tanto di striscione, il presidente si è diretto verso di loro - che aspettavano sotto la pioggia - movimentando la squadra di guardie del corpo. Alla faccia del cerimonale!

Accolto dal vescovo di Bergamo mons. Francesco Beschi e dalle autorità, il presidente è stato chiamato a rispondere ad alcune domande poste da 4 giovani bergamaschi sul tema "Giovani - società - futuro"
 
Riporto in sintesi le parole del presidente, dei giovani e degli organizzatori.
Rivolgendosi alle autorità presenti, Daniele Rocchetti e Raffaella Ravasio, rispettivamente rappresentanti di Molte Fedi e Bergamo Scienza, hanno ricordato l'importanza e l'urgenza, in questo tempo di incertezza - soprattutto per i giovani, - di "restare umani" e di "interpretare il mondo e non di subirlo". Entrambi hanno incoraggiato i giovani al dialogo tra sapere umanistico e scientifico. 

Il presidente stringe la mano ai giovani
che gli hanno rivolto le domande
I quattro giovani, rivolgendosi al presidente, hanno sottolineato il ruolo fondamentale e al contempo oggi in difficoltà della scuola: "Se la scuola si ferma, si ferma anche il nostro avvenire!". Uno di loro in particolare mi ha colpito, sottolineando la sua preoccupazione per l'attuale cultura dello scarto e per l'individualismo imperante. 

"Che ruolo devono avere i giovani in questa società? Giusto farsi sentire con manifestazioni e appelli? L'Italia è un paese per noi giovani?"

Sono queste le domande rivolte al presidente, che ringraziando ha salito sul palco e ha preso la parola, parlando per venti minuti abbondanti. 
Per prima cosa Mattarella ha elogiato Bergamo, città di grande storia e cultura. Arrivando a rispondere ai giovani, ha detto con fermezza che 
"...questo è un domani che è già nelle vostre mani; affrontatelo con slancio propositivo, perseguendo i grandi valori: la pace, la giustizia e il rispetto per tutti i popoli."
In questa fase di transizione tra due generazioni, il presidente ci ha invitato, senza paura, a far sentire la nostra voce, sull'esempio di Greta e del movimento del #fridayforfuture. 


Cambiando il tono del discorso ha ricordato che spesso siamo spettatori di grandi contraddizioni: nell'epoca della digitalizzazione, moltissime persone si trovano in situazioni di povertà. Come è possibile? Anche in Italia ci sono molte differenze tra cittadini. In merito a questo Mattarella ha citato l'articolo 3 della nostra Costituzione:
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
L'invito del presidente rivolto non solo ai giovani, ma a tutti i cittadini, è quello di lavorare, seguendo le innovazioni della scienza, per abolire queste disparità. Interessante un breve excursus con cui ha ricordato il primato dell'uomo sulla tecnologia, che a volte sembra sovrastarlo. 

Parole che lasciano il segno e ci danno la carica per costruire il nostro domani rendendoci conto delle difficoltà del nostro tempo, camminando con entusiasmo verso un futuro più giusto

Alla fine dell'incontro vedo Attilio, amico e compagno di qualche annetto più grande, che con soddisfazione mi dice: "Visto? Ho stretto la mano al presidente!
Accidenti a me che ho scelto il settore più vicino al palco. 

giovedì 3 ottobre 2019

I POVERI LI AVETE SEMPRE CON VOI

Bentornati sul blog!
L'incontro con Gad Lerner!
Finalmente le vacanze sono finite! Lo so, ho passato tutta l’estate a vantarmi di quanto tempo avessi per rilassarmi dopo le fatiche dell’esame di Maturità… eppure stare in giro quasi fino all’ultimo giorno disponibile non è stata una buonissima idea! Una settimana in Trentino, qualche giorno a Roma e una toccata e fuga a Venezia hanno prodotto un bel raffreddore, insieme ovviamente a moltissimi incontri e tanto relax! Ora è il tempo di ricominciare, e io non vedo l’ora!

Proprio all’inizio di questo nuovo “anno accademico” (che bello essere all’università!) ho avuto la possibilità di partecipare a un evento davvero bellissimo. Nella splendida cornice della chiesa di Santa Maria Maggiore in Bergamo, martedì 1 ottobre 2019 ha preso vita un dialogo tra mons. Matteo Zuppi (vescovo di Bologna, da sabato 5 ottobre sarà cardinale!) e Gad Lerner, grande giornalista e saggista. Il tema dell’incontro, avvenuto nell’ambito dell’iniziativa Molte fedi sotto lo stesso cielo, che ogni anno porta nella mia amata Bergamo molte personalità di spicco, era la povertà: il titolo infatti era “I poveri li avete sempre con voi”.

L'amore è uno spreco!

Dettaglio interessante, entrambi i protagonisti prima dei loro interventi hanno accennato a due fatti purtroppo abbastanza spiacevoli di cui sono divenuti protagonisti: il vescovo Zuppi per la recente questione dei “tortellini senza mortadella”, per il quale è stato giudicato dal web (tra l’altro ingiustamente, dato che l’idea – molto bella – non è stata sua) come traditore delle tradizioni italiane; cito solo una frase emblematica sulla questione: “Parliamo di problemi veri!”. Gad Lerner invece era stato vittima qualche settimana fa di insulti razzisti e xenofobi a Pontida, nel corso del raduno della Lega “Nord”. Il giornalista ha voluto sorvolare la questione, ringraziando per la solidarietà espressa dal pubblico.

Fatte queste premesse, vi voglio parlare nello specifico delle riflessioni proposte, davvero molto interessanti. Ho partecipato davvero in modo interessato, anche perché proprio questa estate nel corso dei miei viaggi mi sono accorto di quanto sia forte la presenza di poveri o mendicanti nelle grandi città italiane. Presenza che, ve lo dico sinceramente, mi ha interrogato di continuo, soprattutto a Roma. Lì con alcuni amici ho avuto la fortuna di incontrare don Pietro, un prete in pensione che ogni giorno si occupa dei poveri, fornendo pasti e accoglienza. 

Questa fortissima testimonianza (qui potete trovare un’intervista davvero potente: https://www.tv2000.it/ilmondoinsieme/video/prima-di-cena-don-pietro-sigurani/) si contrapponeva alle tantissime richieste di elemosina che ci venivano richieste in giro per la città.

La povertà è davvero un problema attuale, possiamo costatarlo tutti. E non dobbiamo parlare solo di coloro che per la strada ci chiedono aiuto, ma anche di quanti – e sono tantissimi, i dati sono impressionanti! – pur lavorando a tempo indeterminato percepiscono così poco da essere nella condizione di forte povertà.

Tornando all’incontro dell’altra sera, don Matteo Zuppi ha abilmente commentato il brano di Vangelo che ispirava il titolo dell’incontro. Quella donna che lava i piedi di Gesù con un profumo preziosissimo, dal valore di 300 denari (oggi 15000€!) viene apostrofata da Giuda, che lamentandosi dice “Si poteva vendere il profumo per dare il ricavato ai poveri”. Ed ecco che Gesù risponde: “I poveri li avete sembra con voi”. Gesù sembra fregarsene… in realtà, come don Matteo sottolineava, il gesto della donna è un gesto d’amore, e l’amore non segue i calcoli. Per questo a Giuda sembra “uno spreco”. Perché l’amore è uno spreco! Sembra una perdita… l’amore è una perdita! Gesù ci invita allo stesso modo a usare amore con i poveri, senza calcoli. Lo dico subito per non scatenare polemiche: non significa dare 2€ a chiunque ci chiede aiuto. Bisogna ripensare anche la carità, aiutando l’altro innanzitutto con l’amore. Chiedere come va, chiedere il nome della persona che abbiamo davanti… questo è amore! Troppe volte dare l’elemosina può diventare un gesto egoistico: dare qualche soldo ci fa sentire a posto con noi stessi, ma davvero aiutiamo l’altro?

Mons. Matteo Zuppi
Mons Zuppi ha continuato ricordando che “per un cristiano vengono sempre prima i poveri!” Messaggio questo che in qualche modo scuote le coscienze! “In questa epoca”, ha continuato, “la nostra società sembra accettare con indifferenza la presenza dei poveri per le strade delle città”. Sono davvero pochi coloro che si mobilitano per provare a cambiare la situazione! La presenza dei poveri però deve interrogare ognuno di noi, anche i non credenti! A questo intervento ha fatto eco Gad Lerner che, con un’analisi precisa, ha ricordato che oggi è forte la tendenza di dire “Dobbiamo proteggere i nostri poveri!”. Il giornalista ci ha messo in guardia da questa tentazione: chi crea divisioni in questo campo non fa che danneggiare i poveri stessi, e dunque la stessa società.


Fortissimo ancora l’invito di mons Zuppi. “La filantropia è un’ottima cosa, ma non ci può bastare!”. Questo perché il povero è tuo fratello, è parte di te!
E qui non posso non fare una riflessione. Queste parole sono bellissime, ma quanta fatica facciamo a riconoscere colui che ci chiede l’elemosina come nostro fratello? La maggior parte delle volte reagiamo infastiditi, rispondendo magari con insulti. A questo modo di fare si contrappone quello testimoniato dai due relatori: un sorriso, un saluto… come cambiano le cose! Bisogna ricordare che chi vive sulla strada con il tempo sperimenta una chiusura verso il mondo esterno, chiusura che si riconosce nella difficoltà di incominciare nuove relazioni, con completa mancanza di fiducia nell’altro. Ecco perché un sorriso, un saluto possono fare davvero più di qualche euro. È chiaro poi che non può mancare, anche da parte delle istituzioni, un aiuto materiale. Coloro che si trovano in povertà, ricordava don Matteo, non hanno solo bisogni materiali… ma hanno bisogno di qualcuno che li ami, che gli dica “Tu per me vali!

Gad Lerner 
Concludo con una frase bellissima di don Zuppi, che alla definizione di “prete della strada” ha risposto così: “Io prete di strada? E gli altri dove stanno? Ce dobbiamo sta’ tutti!”
Sono uscito da questo incontro con una nuova consapevolezza: la differenza tra “poveri” e “non poveri” la possiamo fare noi, con i nostri gesti. Infatti anche oltre all’aiuto economico abbiamo la possibilità di dire ogni giorno a ogni persona che incontriamo “tu per me vali”, semplicemente con un saluto, un sorriso, uno scambio di parole, un po’ d’amore.
Agli occhi di qualcuno potrà sembrare una pazzia, ma se non si parte dall’amore non si arriva da nessuna parte!

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