martedì 14 maggio 2019

SALONE DEL LIBRO 2019


Cari lettori! 


Oggi voglio parlarvi della mia esperienza al Salone Internazionale del Libro di Torino, che ho avuto la fortuna di visitare domenica 12 maggio. 
Alzatomi di buon mattino, ho raggiunto Torino con un'amica e insieme ci siamo letteralmente buttati nel Salone che, lasciatemelo dire, è davvero il PARADISO! Per me era la prima volta, ma credo proprio che diventerà un vero e proprio appuntamento fisso... vi spiego perché!

IL SALONE 

Tantissime case editrici, grandi o piccole, ma non solo! Il Salone del Libro, che si trovava al centro Lingotto Fiere, comprendeva ben tre padiglioni nei quali ci siamo divertiti ad andare a caccia di libri. 

Molte case editrici proponevano i loro libri in sconto e c'erano occasioni da non farsi mancare! Io ho acquistato un libro da Einaudi, dal titolo "Lettere di condannati a morte della Resistenza europea", che va così a completare la versione italiana che già posseggo. 

Il Salone del libro si è rivelato un'occasione per incontrare tantissimi appassionati di libri, scambiare con qualcuno due parole sui libri preferiti, confrontarsi sull'autore migliore. Ai tempi dei social, davvero una ricchezza!

Purtroppo non siamo riusciti ad assistere a nessuna presentazione, un po' perché c'erano pochi appuntamenti interessanti (la maggior parte degli autori che mi interessava era presente sabato), e un po' perché i tempi erano un po' stretti. Ho avuto però la grandissima soddisfazione di vedere dal vivo Roberto Saviano, mentre parlava di Corrado Alvaro. Non siamo riusciti a partecipare a tutta la conferenza a causa del grandissimo numero di gente in coda... però da fuori abbiamo sentito comunque qualcosa! 

Lo stesso vale per Vittorio Sgarbi, che domenica ha tenuto una lezione sulla storia dell'arte del Novecento, trattata nel suo ultimo libro. 

Tra gli stand delle case editrici presenti, quello che ho apprezzato di più è stato lo stand di Einaudi, che ha dedicato una sezione dello stand ai libri pubblicati sulla Resistenza, con uno stile davvero molto bello.

Proprio qui ho fatto il mio acquisto, rivelatosi già un gran libro pieno di vita e di futuro, nonostante riporti le lettere di giovani condannati a morte. Ma su questo  parleremo in un post dedicato. 

IL CASO ALTAFORTE

Permettetemi di dire due parole sulla vicenda della casa editrice Altaforte, che dopo le polemiche non ha partecipato al Salone del libro. Vorrei esprimere il mio breve pensiero, dopo essere stato al Salone e dopo aver letto molto a riguardo.

Partiamo da un dato di fatto: l'apologia di fascismo è reato e va punito secondo la legge. Forse questo già lo sappiamo... ma quando di preciso si presenta il reato?
«quando un'associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, atti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista.» 
Non solo... la legge n. 645/1952 sanziona chiunque 
promuova od organizzi sotto qualsiasi forma, la costituzione di un'associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista, oppure chiunque pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche.
Dunque anche semplicemente inneggiando al fascismo o al Duce si commette reato. Il problema è che molto spesso coloro che infrangono questa legge alla fine vengono assolti (basta fare una ricerca su internet per rendersene conto). Abbiamo quindi un gap tra la legge e la sua applicazione.

Questa premessa ci aiuta a capire come mai oggi siano sempre più frequenti gli episodi di incitamento al fascismo o a Mussolini: sono davvero pochi quelli che vengono puniti! 

Il caso dell'editore Altaforte (potete trovare qui un riassunto della vicenda) piuttosto interessante: il fondatore, Francesco Polacchi (indagato per apologia di fascismo dopo le polemiche) è dichiaratamente sostenitore del fascismo, e tra le altre cose dirigente di Casa Pound. 
Ora, a mio parere non si dovrebbe contestare la partecipazione al Salone del Libro della casa editrice, bensì la sua esistenza stessa, poiché questa esalta pubblicamente (tramite la pubblicazione di libri) i principi e la storia del fascismo, proprio ciò che vieta la legge. 

Andando oltre questo vuoto creato dalla legge, penso (e questo è il mio personale parere) che permettere ad Altaforte di essere presente al Salone sarebbe stato da un lato più democratico (come qualcuno ha detto: "lasciamo esprimere a ognuno la sua idea, poi discutiamo"), dall'altro sarebbe stata l'ennesima dimostrazione che la legge non viene rispettata: trovo folle che una casa editrice che non dovrebbe neanche esistere possa continuare a inneggiare al fascismo in una fiera pubblica, violando così ancora la legge. 

FASCISMO E ANTIFASCISMO

Il cartello allo
Edizioni Abele
Ora, la partecipazione è stata negata e sono stati avviati diversi provvedimenti giudiziari. Eppure al Salone del Libro ho constatato la presenza di una certa tensione sull'argomento. Mi spiego: non erano pochi gli stand che esponevano il cartello "editore defascistizzato", o i visitatori che indossavano una maglietta con il logo dell'antifascismo. E fino a qui, niente da dire. 

Bisogna far notare però che c'erano alcuni stand più piccoli che proponevano libri e materiale che inneggiava al comunismo. 
Devo dire che mi sono trovato in imbarazzo: è vero che non esiste la legge di apologia di comunismo, eppure sappiamo tutti a quali orrori ha portato anche questo sistema totalitario. 

Mi chiedo allora: è possibile distinguere antifascismo da comunismo
In conclusione devo dire che vedo una certa ipocrisia in chi confonde l'antifascismo con il comunismo, perché non possiamo ridurre la questione a una lotta tra estremi. 

Potremo mai uscire da queste logiche estreme? A noi posteri l'ardua sentenza.   






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