giovedì 2 maggio 2019

Non si può dividere il cielo - Il muro di Berlino


Il Muro di Berlino oggi
13 agosto 1961. È una domenica d'estate, e a Berlino in vacanza ci si sveglia più tardi, la domenica si va al lago... i berlinesi non sanno che quel giorno sarà diverso da tutti gli altri e rimarrà scolpito nella storia. 
Dalle prime ore dell'alba i muratori sono al lavoro con i loro attrezzi. Qualcuno si sarà svegliato chiedendosi: "Ma che fanno, lavorano in cantiere pure di domenica?"
Ci misero poco a capire: la Germania Est (DDR) stava costruendo intorno a Berlino Ovest un muro, un vero e proprio muro. 
Per la verità, inizialmente è solo filo spinato. Ma in poco tempo viene eretto un muro enorme, alto ben 4 metri, sorvegliato da guardie armate. 
La costruzione del Muro
I soldati sorvegliano i muratori. perché lavorino bene, in fretta e soprattutto perché non scappino. Si, è questo il problema per la Germania Est: la massiccia emigrazione verso l'Ovest, verso il Capitalismo. Oltre che un danno pure una figuraccia. Il popolo del comunismo, emblema della vera libertà, scappa. I numeri sono eloquenti, bisogna fermare il flusso. Ecco da dove salta fuori il muro: nessuno passa più a Ovest, l'espatrio viene dichiarato "fuga dalla Repubblica", considerato reato contro lo Stato spesso punito con la morte.

E i cittadini di Berlino Ovest? Certo, inizialmente hanno una gran paura. Temono di restare isolati nella Germania Est, e così in effetti avviene (sullo sfondo era rimasta la paura di restare bloccati come nel '48, quando gli alleati portarono rifornimenti con il cosiddetto "ponte aereo"). Ma ben presto capiscono che i veri prigionieri del Muro sono i berlinesi dell'Est, che non possono attraversarlo più, neanche per andare a lavorare, come facevano molti. 

Berlinesi dell'Ovest si affacciano sul Muro
Qui si apre la lunghissima serie di episodi di solidarietà da parte dei berlinesi dell'Ovest che durante tutto il periodo del Muro ('61-'89) aiutano i berlinesi dell'Est a passare, ma li rimandiamo al prossimo libro. Sta di fatto che loro guardano impassibili alla prigionia dei concittadini. 
Credo sia difficile, ma comunque necessario, capire cosa significò per i tedeschi dell'Est restare bloccati a causa del Muro. Possiamo provare a capirlo guardando il numero delle vittime, oltre 600. Arrivare a rischiare di morire per raggiungere la libertà.

Di questo e molto altro parla Gianluca Falanga, studioso italiano che vive a Berlino, nel suo libro (oserei dire capolavoro) Non si può dividere il cielo
Falanga ripercorre le cause che portarono gli Alleati, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, a dividersi Berlino e la Germania in quattro (Inghilterra, Stati Uniti, Francia e Russia). Di fatto la divisione fu tra Stati Uniti e Russi: l'inizio della Guerra Fredda

L'autore non si ferma alla storia in generale, ma porta vicende personali, vite di gente comune che si trovò prigioniera del muro, ragazzi che persero la vita cercando di attraversarlo (come Peter Fechter, solo diciassettenne) e che aiutarono i concittadini a fuggire. Potete trovare il libro in sconto qua.

Fondamentale a mio parere ricordare e capire cosa e perché successe questo. Perché se oggi alziamo nuovi muri, la storia si ripete.
Come si dice spesso, la storia è maestra. Già, ma noi dobbiamo imparare!

Vi lascio, per ora, con due foto. La prima immortala Conrad Schumann, soldato della DDR incaricato di sorvegliare la costruzione del muro, che decise di opporsi scavalcando il filo spinato che era obbligato a sorvegliare. Mentre saltava fu fotografato da un giornalista. Una foto stupenda, un augurio di libertà.


La seconda è una foto che ho scattato io con il mio telefono quando ho visitato il Muro di Berlino. Quasi inconsciamente ho immortalato una ragazza che fotografava il muro attraverso la fessura. Mi piace davvero tanto e ho deciso di condividerla con voi. Questa ragazza che guarda di là sia l'augurio per le nuove generazioni, chiamate a guardare oltre i muri e a opporsi a chi ne costruisce di nuovi.






1 commento:

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